Indagine Eurisko: un esercizio su quattro ha dipendenti stranieri

Immagine associata al documento: Indagine Eurisko: un esercizio su quattro ha dipendenti stranieri In Italia il 26% dei pubblici esercizi (il 35% dei ristoranti e delle pizzerie e il 16% dei bar e dei pub) dichiara di avere personale straniero, ma un 40% degli esercenti continua a sospettare che il fenomeno non sia del tutto gradito ai clienti. Percentuale che sale al 48% tra chi non ha dipendenti di altre nazionalità. Sono alcuni dei dati che emergono dall'indagine "Gli immigrati e i pubblici esercizi", realizzata dalla Gfk Eurisko per la Fipe.

"In molti settori dell'economia italiana - premettono gli autori dell'indagine - la manodopera immigrata è diventata indispensabile. La concentrazione degli stranieri è superiore alla media in lavori che per svariate ragioni non risultano molto graditi alla manodopera locale in ogni settore produttivo: nei ristoranti e negli alberghi si rileva più di un immigrato ogni 10 addetti e il fenomeno è destinato a crescere".

I lavoratori più presenti sono, nell'ordine, rumeni (26%), albanesi (20%), marocchini (13%), polacchi (10%) e ucraini ma "inevitabilmente, verso queste nuove risorse ci sono delle resistenze, specie nei titolari che non hanno ancora avuto esperienza di collaborazioni dirette nella propria attività". Resistenze più o meno forti a seconda dell'area geografica: gli esercenti più positivi e favorevoli nei confronti della nuova realtà sono quelli del nord ovest, mentre tra i loro colleghi del nord est sembrano prevalere le paure latenti e la sensazione di non riuscire a tutelare le proprie tradizioni e la propria identità.

Al sud i datori di lavoro hanno metabolizzato più in fretta di altri i vantaggi gestionali del fenomeno mentre al centro è più forte la consapevolezza che gli italiani si sono irrimediabilmente allontanati da certi mestieri.

Sempre secondo la ricerca, il 41% dei pubblici esercizi vivono come "un fatto ormai naturale" la presenza di questa nuova forza lavoro ma tra quanti collegano ad essa cambiamenti per il proprio settore i giudizi negativi superano quelli positivi (33% contro 24%). Per fortuna resta l'esperienza a fare la differenza: "chi ha provato ad avere collaboratori stranieri - sottolinea l'indagine - sa che gli aspetti positivi ci sono e valuta il personale straniero in modo più razionale". Qualche perplessità in più gli esercenti la manifestano quando vengono invitati a pensare a come il cliente medio italiano percepisca e viva questo fenomeno: se la soddisfazione media di un datore di lavoro che ha alle sue dipendenze lavoratori stranieri si aggira intorno all'8 (voto su scala da 1 a 10), la soddisfazione che i gestori ritengono possa provare la clientela raggiunge il 5.6 di media presso il totale dei pubblici esercizi e non supera il 6.5 presso chi comunque ha stranieri nel proprio locale. Così, se pure il 69% degli esercenti ritiene che ormai i clienti abbiano fatto l'abitudine a questo fenomeno, un 40% continua a sospettare che non sia cosa del tutto gradita ai clienti: il timore è che la clientela - più quella dei bar che non quella dei ristoranti - possa fidarsi meno e avere più remore verso il locale.       -          
 
Data Pubblicazione sul portale: 18 Luglio 2007
Fonte: Confcommercio
Aree Tematiche: Sistema Puglia, Lavoro e Formazione
Redazione: Redazione Sistema Puglia
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